Diffusione della moda
Fino all'invenzione dei primi giornali nel Seicento, la moda si diffuse
in modo lento, per poi accelerare il suo sviluppo. Prima e dopo quel
secolo, guerre, viaggi, matrimoni, lettere di signori e perfino
spionaggio, furono i sistemi più usuali per conoscere nuove fogge.
Tipico è l'esempio delle conquiste dell'Impero romano che introdussero
in Italia le braghe, le maniche, la
pelliccia. In quanto allo spionaggio, ossia alla propagazione illecita
di informazioni sui metodi di lavorazione originali, era proibito dalle
corporazioni con pene severissime.
L'esplorazione dell'Oriente
sui percorsi della Via della seta servì a far conoscere motivi insoliti
che furono in particolare usati per la realizzazione di tessuti in seta.
Nel Trecento, draghi, grifoni, pappagalli e il Chi, ossia la nuvola
stilizzata cinese, popolarono le decorazioni tessili delle stoffe
lucchesi. I viaggi dei mercanti furono assai proficui per la conoscenza
di nuove fogge. Nel Trittico Portinari di Hugo van der Goes del XV
secolo, conservato alle Gallerie degli Uffizi a Firenze, il banchiere
Tommaso Portinari e la moglie sono rappresentati in vesti fiamminghe. In
particolare la donna indossa lo hennin, fiabesco copricapo a cono
completato da un lungo velo, assai di moda in Francia e nel Nord Europa,
ma poco usato in Italia.
Hennin 1474-1476
Nel Cinquecento
cominciarono a diffondersi le pupe, bambole di piccole dimensioni
vestite all'ultima moda e curate nei minimi dettagli. Il re di Francia
Francesco I fece scrivere a Isabella d'Este duchessa di Mantova e
maestra di mode, una lettera per farsi inviare Una pupa [1]. Dal XVI
secolo anche a Venezia veniva esposta alle Mercerie una bambola detta
"piavola de Franza" che mostrava gli ultimi modelli, subito copiati. La
bambola è stata resa famosa da Carlo Goldoni che nella sua commedia I
Rusteghi cita un detto evidentemente diffuso a Venezia che paragona una
signora elegante alla piavola de Franza. Il matrimonio di Caterina de
Medici con Enrico II, portò in Francia fogge e profumi italiani molto
apprezzati all'estero. Intanto la stampa stava facendo progressi,
passando dalla xilografia all'incisione su metallo.
Il pittore
Cesare Vecellio ci ha lasciato un volume, datato alla fine del
Cinquecento e intitolato De gli habiti antichi et moderni di diverse
parti del mondo che ha avuto una fortuna enorme surclassando la sua fama
di artista. Il testo, ricchissimo di incisioni e descrizioni, parla non
solo delle mode venete, ma anche di quelle di altre regioni italiane,
senza trascurare le mode estere, specie orientali. Anche le incisioni
sul costume e i Libri di figurini per sarti, che mostravano gli abiti
interi e i loro modelli, furono efficaci propagatori di fogge.
Alla diffusione del fenomeno contribuisce la nascita del giornalismo di
moda, che si sviluppa nella seconda metà del XVII secolo. Nel 1672 fu
fondato in Francia il Mercure Galant, nato come bollettino letterario,
giornale di pettegolezzi e di moda. Al Mercure Galant fecero seguito,
specie nel Settecento, numerosi altri giornali, che solitamente
copiavano senza riguardo ai modelli francesi, che durante il secolo
erano all'avanguardia in tutta Europa. Tipico caso italiano sono il
Giornale delle Nuove mode di Francia e d'Inghilterra, e il Corriere
delle Dame, che continuò la sua pubblicazione anche nell'Ottocento.
Bisognerà attendere il secolo successivo, dopo l'abolizione di leggi,
dazi, barriere doganali, perché la stampa di moda si diffonda
liberamente in tutto il mondo.
wikipedia
Bellissimo articolo mi è sembrato di tornare a scuola ♡
RispondiEliminaGrazie Elisa:)
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